sabato 7 marzo 2020

discorso del Presidente 12- 2019

Mattarella spiazza i sovranisti: "Basta denigrare, ci vuole fiducia"

Nel messaggio di fine anno, il presidente della Repubblica mette al centro giovani e ambiente. Nemmeno una parola sull'immigrazione
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Il messaggio del presidente è stato l'esatto contrario di ciò che i "sovranisti" avrebbero voluto udire. Invece di descrivere un paese sull'orlo del tracollo e bombardare il governo, Sergio Mattarella ha sparso a piene mani fiducia nelle nostre risorse. Anziché prendersela con un'Europa sorda e ostile, il presidente ha segnalato che c'è una «diffusa domanda di Italia, una grande apertura verso di noi» di cui faremmo bene ad approfittare. Al cuore dei nostri problemi irrisolti Mattarella non ha collocato l'immigrazione (mai nemmeno citata) bensì il lavoro che manca, le troppe diseguaglianze sociali, il divario crescente tra Nord e Sud e soprattutto l'emergenza ambientale, con accenti di autentico allarme per le sorti del pianeta. Forte la sintonia ideale con i nuovi movimenti giovanili.
Il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
L'Italia dei fessi e dei furbi
C'è di più: Mattarella ha colto l'occasione del suo quinto messaggio tivù per rovesciare la narrazione "cattivista" che, beninteso, non è soltanto quella di Matteo Salvini o di Giorgia Meloni. Ha tracciato idealmente una linea che divide il mondo in due categorie morali, in fondo le stesse usate un secolo fa da Giuseppe Prezzolini (i "fessi" e i "furbi"). Da una parte ha messo quanti tirano la carretta in silenzio, lavorano responsabilmente e si sacrificano con generosità per gli altri: eroi civili come i tre vigili del fuoco morti ad Alessandria per spegnere un incendio doloso; sull'altra sponda il capo dello Stato ha collocato i predicatori d'odio, gli avvelenatori di pozzi, i seminatori di discordia. Ha esaltato «civismo e rispetto della cosa pubblica» come argini contro «aggressività, prepotenze, meschinità, lacerazioni delle regole della convivenza». Davanti alla lavagna, i media responsabili che cercano di informare correttamente per favorire scelte consapevoli; dietro alla lavagna, quei "social" che sparano spesso "fake news" e si trasformano «in strumenti per denigrare».
Archiviare la stagione dell'odio
La speranza del presidente è che, come nei film a lieto fine, nel 2020 vincano i buoni e venga finalmente archiviata la stagione dei sentimenti negativi perché «l'Italia vera», ha detto, «è quella dell'altruismo e del dovere» mentre l'altra «non appartiene alla nostra storia e al sentimento profondo della nostra gente». In apparenza un messaggio di auguri, nella sostanza un discorso politicamente impegnativo. 


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