17APR2020
Le donne escluse dalla ricostruzione del paese. Ancora una volta staremo a guardare?
Al tavolo della crisi sono troppo poche. Anche se nei paesi dove sono al potere l'emergenza coronavirus è gestita meglio con risultati evidenti.
Parlando in questi giorni con amiche, colleghe, altre donne, da tutte la stessa domanda: ma possibile che per pensare all'Italia del dopo coronavirus, ma anche a quella che sta resistendo adesso, non si ritenga non solo giusto ma indispensabile coinvolgere le donne nelle decisioni? Basta assistere alla conferenza stampa della sera per accorgersi che tranne poche eccezioni l'unica figura femminile che appare è la traduttrice nella lingua dei segni. Certo si vede la ministra della pubblica istruzione, Lucia Azzolina, e qualche altra che intervengono sui loro stretti settori di competenza. Ma nel «bunker» della crisi dove si immagina il futuro sono tutti maschi. L'emergenza che rende palese quanto includere le donne nella vita pubblica non sia «normale» ma «uno sforzo» da evitare in momenti di gravità. E la domanda banale su come si possa pensare ad un mondo «nuovo» senza le istanze e la visione dell'altra metà del cielo da noi diventa un inutile e fastidioso esercizio di «femminismo». Come se anche solo porre il problema sia un attentato alla sicurezza dello Stato: «ti sembra il momento di farne una questione di genere?». Si mi sembra il momento. Perché questi mesi sono la dimostrazione di come il mondo maschile anche nelle emergenze faccia quadrato, e come nella società si stia seminando un altro virus pericoloso, quello che acuisce la percezione che gli uomini siano più competenti delle donne. E che rilancia i tradizionali ruoli di genere. Le donne a casa a tenere sotto controllo figli e cucina e gli uomini al fronte a sollevare il destino del mondo.
Peccato però che dimostrino di fare molta fatica a risollevare questo destino del mondo. E che in paesi dove le donne sono al potere questa <fatica> abbia avuto risultati se non definitivi molto più incoraggianti. E' stato Forbes ad analizzare come dall'Islanda a Taiwan e dalla Germania alla Nuova Zelanda, ma anche in Finlandia, Islanda e Danimarca, dove al comando ci sono donne, la crisi è gestita meglio. E soprattutto viene comunicata meglio. Basti pensare ad Angela Merkel che come una madre con i propri figli ha semplicemente detto la verità accompagnandola da parole di conforto e iniezioni di fiducia e ottimismo. Dall'inizio ha spiegato che il problema era molto serio, fornendo scenari catastrofici ma reali, senza negare aspettando e sperando. Non ha messo <toppe > tardive ed inutili, ma ha affrontato il problema da subito usando i test che si svelano la forza del contagio ma possono anche aiutare a combatterlo.
Peccato però che dimostrino di fare molta fatica a risollevare questo destino del mondo. E che in paesi dove le donne sono al potere questa <fatica> abbia avuto risultati se non definitivi molto più incoraggianti. E' stato Forbes ad analizzare come dall'Islanda a Taiwan e dalla Germania alla Nuova Zelanda, ma anche in Finlandia, Islanda e Danimarca, dove al comando ci sono donne, la crisi è gestita meglio. E soprattutto viene comunicata meglio. Basti pensare ad Angela Merkel che come una madre con i propri figli ha semplicemente detto la verità accompagnandola da parole di conforto e iniezioni di fiducia e ottimismo. Dall'inizio ha spiegato che il problema era molto serio, fornendo scenari catastrofici ma reali, senza negare aspettando e sperando. Non ha messo <toppe > tardive ed inutili, ma ha affrontato il problema da subito usando i test che si svelano la forza del contagio ma possono anche aiutare a combatterlo.
Lo stesso Jacinda Ardern in Nuova Zelanda, che da subito ha imposto quarantena a chi entrava nel paese e subito dopo il blocco agli stranieri, contenendo in maniera efficace i danni.
E poi c'è stata Tsai Ing-wen, presidente di Taiwan .< A gennaio, al primo segno di una nuova malattia, ha introdotto 124 misure per bloccare la diffusione senza dover ricorrere ai blocchi che sono diventati comuni altrove>, scrive Forbes. Ora sta inviando 10 milioni di maschere per il viso negli Stati Uniti e in Europa. Epidemia tenuta sotto controllo con solo una manciata di morti.
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L'Islanda, sotto la guida del primo ministro Katrín Jakobsdóttir, offre test di coronavirus gratuiti a tutti i suoi cittadini ed è un caso di studio chiave sui tassi di diffusione e mortalità reali di Covid-19. Li il tracciamento è già avviato e ha permesso ai ragazzi di continuare ad andare a scuola.
E poi c'è Senna Marin in Finlandia,la più giovane capo di stato del mondo, una millennial che ha usato come <armi> i social su cui veicolare l'informazione e Erna Solberg, primo ministro della Norvegia che ha parlato direttamente con i bambini del suo paese e non solo. Usando l'empatia e la considerazione dell'altro, anche se <piccolo>, per sconfiggere la paura e creare responsabilità.
L'Islanda, sotto la guida del primo ministro Katrín Jakobsdóttir, offre test di coronavirus gratuiti a tutti i suoi cittadini ed è un caso di studio chiave sui tassi di diffusione e mortalità reali di Covid-19. Li il tracciamento è già avviato e ha permesso ai ragazzi di continuare ad andare a scuola.
E poi c'è Senna Marin in Finlandia,la più giovane capo di stato del mondo, una millennial che ha usato come <armi> i social su cui veicolare l'informazione e Erna Solberg, primo ministro della Norvegia che ha parlato direttamente con i bambini del suo paese e non solo. Usando l'empatia e la considerazione dell'altro, anche se <piccolo>, per sconfiggere la paura e creare responsabilità.
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Quanta differenza con gli uomini <forti>, da Trump e Johnson i cui messaggi iniziali avevano una sola interpretazione: <sopravviveranno i più forti>. Con un concetto di <forza> testosteronico, gerarchico e muscolare così distante da quello femminile che comprende si la fermezza, ma anche l'empatia e la considerazione dell'altro. Caratteristiche di leadership femminile che, come ormai troppe ricerche dimostrano, hanno effetti benefici nelle società dove vengono esercitate e sviluppate. E quindi per osmosi gli stessi benefici potrebbero esserci nella società in cui tutti viviamo.
E con questo non voglio dire che siamo <meglio < degli uomini, per carità, ma che il mondo potrebbe essere migliore se ci permetteste, cari signori, di partecipare al tavolo <dei grandi> dove si decide. E dove si deve prima pensare, tutti insieme, con le proprie vocazioni, pregi sensibilità. Per essere più forti, tutti.
Quanta differenza con gli uomini <forti>, da Trump e Johnson i cui messaggi iniziali avevano una sola interpretazione: <sopravviveranno i più forti>. Con un concetto di <forza> testosteronico, gerarchico e muscolare così distante da quello femminile che comprende si la fermezza, ma anche l'empatia e la considerazione dell'altro. Caratteristiche di leadership femminile che, come ormai troppe ricerche dimostrano, hanno effetti benefici nelle società dove vengono esercitate e sviluppate. E quindi per osmosi gli stessi benefici potrebbero esserci nella società in cui tutti viviamo.
E con questo non voglio dire che siamo <meglio < degli uomini, per carità, ma che il mondo potrebbe essere migliore se ci permetteste, cari signori, di partecipare al tavolo <dei grandi> dove si decide. E dove si deve prima pensare, tutti insieme, con le proprie vocazioni, pregi sensibilità. Per essere più forti, tutti.
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